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Vino, le classifiche premiano le aziende di Confagricoltura: attenzione a sostenibilità, innovazione ed export

“E’ motivo di orgoglio e grande soddisfazione vedere che BIWA, il Best Italian Wine Awards che dal 2012 premia i 50 migliori vini d’Italia, annovera anche quest’anno molte etichette di aziende e cantine nostre associate”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti commenta così la classifica pubblicata oggi, in vista della cerimonia ufficiale di premiazione a Milano delle aziende e delle personalità del mondo enologico che firmano questo successo.

Dal Piemonte alla Basilicata, dall’Alto Adige alla Sicilia, le migliori 50 etichette del BIWA celano il grande lavoro delle case vitivinicole per arrivare a una produzione di eccellenza: “Uno sforzo che inizia in vigna, con pratiche agronomiche sempre più sostenibili, – afferma Giansanti – e che continua in cantina con tecnologia all’avanguardia, insieme a una marcata propensione ai mercati internazionali”.

Il settore vitivinicolo è di rilevante importanza per l’economia agricola e dell’industria alimentare in Italia: le aziende con vigneti sono 300mila con una superficie coltivata ad uva da vino di 652mila ettari, di cui 50mila con cantine di vinificazione, un fatturato di circa 10 miliardi di euro e un valore dell’export di 6.2 miliardi.

Gli ultimi dati, inoltre, confermano che il nostro Paese è stabile al primo posto mondiale con una produzione di 46 milioni di ettolitri ed esportazioni che per i primi cinque mesi del 2019 sono cresciute dell’11% in volume e del 5,5% in valore, soprattutto in Europa.

“Confagricoltura – conclude il presidente – è impegnata a fianco delle proprie aziende a dare ulteriore impulso a questo comparto che traina l’export agroalimentare italiano. Le politiche commerciali internazionali condizionano profondamente l’andamento del settore: abbiamo sollecitato pertanto le istituzioni europee e il governo a fare ogni sforzo utile per evitare una ‘hard Brexit’ che avrebbe gravi conseguenze per i nostri produttori vinicoli (e non solo), così come siamo attenti sul fronte dei dazi e degli accordi che regolano gli scambi commerciali tra i Paesi e i continenti”.

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