Confagricoltura Bari-Bat

Alimentazione, Confagricoltura: più cibo per tutti con innovazione e sostenibilità

Confagricoltura condivide il tema scelto quest’anno per la Giornata mondiale dell’Alimentazione che unisce produzione, nutrizione, ambiente e vita con l’aggettivo migliore. Questa trasformazione dovrà necessariamente tradursi, si legge in una nota dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, in innovazione del settore, passaggio fondamentale per riuscire a sfamare una popolazione mondiale che, nel 2050, arriverà a 10 miliardi.

“Il problema dell’accesso al cibo è grave, evidente e va risolto, senza se e senza ma, mettendo l’agricoltura in grado di produrre di più, preservando le risorse naturali. Non si tratta – spiega Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – di una “mission impossible” per il nostro settore, definito primario non a caso, che va valorizzato e promosso, sostenendolo adeguatamente in quello che è il suo compito primario: produrre cibo sano, naturale e di qualità per gli abitanti del mondo, in continua crescita”. Per Confagricoltura occorre, proprio a partire da questa giornata, avviare una riflessione profonda sul futuro dell’agricoltura, dell’alimentazione e dell’agroalimentare.

Da un lato gli agricoltori sono definiti come eroi dell’alimentazione – come ha fatto la FAO con un ampio spazio sul proprio sito – dimostrando, anche durante la pandemia, di riuscire a garantire il cibo dalle aziende agricole al piatto, senza arrendersi alle difficoltà; dall’altro il settore viene demonizzato da chi ha interesse ad entrare in maniera importante nel settore dell’alimentazione, con l’obiettivo di dare, come Confagricoltura ha denunciato da subito, un futuro con cibo sintetico. “Gli agricoltori da sempre, fanno e continueranno a fare la loro parte. Mi chiedo – conclude Giansanti – è giusto pensare di sostituire il naturale con l’artificiale? Su questa falsa via c’è anche il sistema di etichettatura Nutriscore, che dà informazioni parziali e fuorvianti, basandosi sulle componenti dei cibi e su un algoritmo, invece che su quantità di prodotto assunta e regimi alimentari”.

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