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Nuovi dazi Usa, ma non per l’Italia. Confagricoltura: cogliamo flessibilità per chiudere contenzioso

“I prodotti agroalimentari italiani non sono toccati dalla nuova decisione USA riguardante i dazi importazioni dalla UE. Tariffe aggiuntive saranno invece applicate su alcuni vini fermi e liquori in arrivo da Francia e Germania”.

E’ quanto precisa Confagricoltura con riferimento alla nota diffusa nella serata di ieri, a Washington, dall’Ufficio del Rappresentante per il commercio internazionale (USTR) che segna un ulteriore sviluppo del contenzioso, avviato nel 2004, sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing.

Secondo l’amministrazione statunitense, l’Unione europea ha scelto un “metodo ingiusto” per calcolare i dazi sull’import dagli USA in vigore dallo scorso novembre per un ammontare di 4 miliardi di dollari in linea con l’autorizzazione accordata a settembre dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). In sostanza, sono stati utilizzati i dati commerciali più recenti che hanno risentito delle conseguenze economiche della pandemia. In questo modo, i dazi aggiuntivi UE sono stati applicati su un numero maggiore di prodotti in arrivo dagli Stati Uniti. La Commissione europea si è rifiutata di rivedere il metodo di calcolo. Pertanto gli USA hanno deciso di rivedere i dazi doganali in vigore, utilizzando gli stessi riferimenti temporali scelti dalla UE.

“Gli USA non hanno indicato per il momento la data di entrata in vigore del provvedimento relativo ai nuovi dazi – fa notare il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – Vogliamo interpretare questa scelta come un segnale di flessibilità che va colto, per chiudere un contenzioso da cui il settore agroalimentare è assolutamente estraneo. Vanno eliminate le tariffe doganali che incidono sulle nostre esportazioni di formaggi, tra cui Parmigiano Reggiano e Grana Padano, salumi, agrumi e liquori per un controvalore di circa 500 milioni di euro.

“La nuova fase politica che sta per partire negli USA – prosegue Giansanti – offre anche l’occasione per far ripartire il dialogo bilaterale sul rilancio del sistema multilaterale di gestione del commercio internazionale. Dalle prime indicazioni programmatiche risulta che il presidente eletto Biden intenda ridare un ruolo centrale al commercio internazionale delle materie prime agricole”.

Dall’ottobre 2019 gli Stati Uniti applicano una tariffa aggiuntiva del 25% sulle importazioni agroalimentari dalla UE. Anche a seguito dei dazi aggiuntivi, da gennaio ad agosto di quest’anno le esportazioni della UE hanno fatto registrare un calo di oltre 690 milioni di euro sullo stesso periodo del 2019.

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