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Consorzi di bonifica, il Consiglio regionale prende tempo. Confagricoltura Puglia: “No al trasferimento del servizio irriguo ad Aqp”

Bocce ferme in Consiglio regionale sulla piena applicazione della riforma dei Consorzi di bonifica, varata a gennaio 2017, e sulla proposta di legge del consigliere regionale Donato Pentassuglia, approvata lo scorso 19 novembre dalla commissione Agricoltura, che tra i principali aspetti fa saltare il trasferimento ad Acquedotto pugliese dei servizi irrigui. La decisione è stata presa nella conferenza dei capigruppo alla Regione Puglia.

“Non è con il gioco delle tre carte che si risolvono i problemi dei Consorzi di Bonifica in Puglia”. Il presidente di Confagricoltura Puglia, Donato Rossi, commenta così la decisione. “Il Consiglio regionale si trova di fronte a un bivio decisivo per il futuro della nostra agricoltura – dice Donato Rossi – bocciando la proposta si deciderà di fatto di affossare completamente l’intero sistema della bonifica in Puglia, facendo schizzare i costi di gestione e sovraccaricandoli ancora una volta sugli agricoltori. Approvandola invece si permetterà alla Puglia di allinearsi alle altre regioni, dove, con il sistema del governo dei Consorzi di Bonifica affidato agli agricoltori, si stanno raggiungendo risultati eccellenti sia in termini di servizi che di costi. Riteniamo saggia la decisione di prendere tempo. La politica evidentemente non è in grado di risolvere problemi che investono così da vicino la vita delle imprese e del territorio. Meglio ascoltare la voce di chi vive sulla propria pelle i problemi”.

La posizione di Confagricoltura Puglia è dunque chiara. La Federazione ritiene errata e nient’affatto vantaggiosa la previsione di trasferire il servizio irriguo dei quattro Consorzi di Bonifica commissariati ad Aqp. Il trasferimento della sezione irrigazione ed acquedotti rurali del Consorzi Centro-Sud Puglia non garantirebbe infatti un miglioramento del servizio, ma sicuramente determinerebbe un aumento dei costi a carico degli agricoltori, in quanto gravati anche dell’Iva, pari al 10%.

“Peraltro attribuendo ad Aqp un ruolo così determinante – dice il presidente Rossi – si continuerebbe a mantenere un legame sin troppo stretto con la politica. La politica deve uscire dall’amministrazione di questo comparto e lasciare agli agricoltori l’autogoverno del settore. Attendiamo fiduciosi che la maggioranza trovi una composizione e si produca per la migliore delle soluzioni possibili”.

 

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