Confagricoltura Bari-Bat

Oltre 110 milioni di giornate lavorative, l’agricoltura è il settore con maggior bacino occupazionale. Ma al Sud cala il numero di operai impiegati

Oltre un milione di operai coinvolti, per la precisione 1.060.000, 110,7 milioni di giornate lavorate e 188.000 aziende agricole che assumono manodopera in Italia nel 2017. A questi si aggiungono 37.000 dipendenti impiegati, quadri e dirigenti. È la fotografia che emerge dall’edizione 2019 dell’Osservatorio EBAN sul lavoro agricolo, curato da Nomisma e presentato oggi a Roma. Un bacino occupazionale rilevante se paragonato a quello di altri settori economici. Dopo un lungo periodo a crescita zero, nel corso 2012-2017 il settore agricolo ha registrato un incremento del 4% degli operai e del 6% delle giornate lavorate. Questa tendenza si conferma anche nell’annualità 2016-2017 e nelle previsioni EBAN per il 2018. Fra gli altri settori economici performance migliori sono state registrate solo dal turismo.

Altra specificità del settore agricolo che emerge dal Rapporto è la forte presenza di manodopera stagionale: gli operai a tempo determinato rappresentano infatti il 90% del totale della manodopera impiegata in agricoltura contro il 32% del totale delle attività economiche. Considerando le giornate lavorate un operaio a tempo indeterminato (OTI) è impiegato per 264 giornate all’anno, in linea con la media del totale economia pari a 269 giornate, mentre uno a tempo determinato (OTD) viene invece occupato per 87 giornate all’anno, dato ben al di sotto della media considerando i 135 giorni del totale di tutte attività economiche.

La crescita degli operai occupati nel settore agricolo, che registra complessivamente un incremento del 4%, si presenta non omogenea sul territorio nazionale: mentre al Nord e al Centro gli operai impiegati in agricoltura fanno segnare nel periodo 2012-2017 incrementi rispettivamente del 13% e del 6% al Sud calano dell’1%. Le giornate lavorate crescono dell’11% al Centro-Nord, mentre al Sud appena del 2%. Secondo Ersilia Di Tullio, responsabile dell’Osservatorio per Nomisma, «se questa tendenza si confermerà nel lungo periodo, non possiamo escludere che si possa ridisegnare l’attuale struttura dell’impiego di manodopera nel paese». «Il Sud oggi rappresenta il principale bacino di impiego della manodopera agricola con il 57% degli operai agricoli italiani, dei quali il 95% stagionali. – aggiunge- Ma in questa parte del paese non si registra crescita; viceversa il Centro-Nord, che impiega il 72% della manodopera agricola a tempo indeterminato nazionale, è caratterizzato da un vivace dinamismo. Sono dati che impongono una riflessione», conclude Di Tullio.

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