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Olio di palma: tensioni tra Europa e Indonesia, a rischio export di prodotti lattiero-caseari. Confagricoltura: “L’Italia punti sulle rinnovabili”

Aumentano le tensioni tra Unione europea e Indonesia a proposito del commercio di olio di palma. Potrebbero essere colpite le esportazioni Ue di prodotti lattiero-caseari.

Nei giorni scorsi, rende noto Confagricoltura, le autorità indonesiane hanno invitato le aziende importatrici di prodotti lattiero-caseari dalla Ue di trovare nuovi fornitori, in quanto è in programma un forte aumento delle tariffe doganali, che passerebbero dal 5 al 25% sulle produzioni di settore in arrivo dagli Stati membri dell’Unione.

Complessivamente, le importazioni annuali indonesiane di prodotti lattiero-caseari ammontano a circa un miliardo di euro l’anno. Intanto, gli operatori europei segnalano che è stata rallentata la concessione delle licenze per l’importazione di bevande alcoliche.

Sotto il profilo strettamente procedurale, evidenzia Confagricoltura, le misure allo studio da parte delle autorità indonesiane sono da mettere in relazione con la recente decisione della Ue, che ha sottoposto a dazi compensativi varianti dall’8 al 18% sul biodiesel importato dall’Indonesia. La decisione è stata presa sulla base delle conclusioni di un’indagine che ha rilevato come i produttori di biodiesel indonesiani beneficiano di sovvenzioni tali di ridurre al di sotto del prezzo di mercato il prezzo di acquisto della materia prima, essenzialmente olio di palma. I dazi compensativi della Ue sono stati introdotti a titolo provvisorio. La decisione definitiva sarà assunta entro la fine di quest’anno.

“Il motivo di fondo del contenzioso tra Ue e Indonesia è sullo sfondo legato all’impatto ambientale della produzione di olio di palma” – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – La Ue intende bandire dal 2030 l’utilizzo di olio di palma per la produzione di carburanti. Secondo la Commissione Ue il 45% della crescita produttiva di olio di palma ha provocato fenomeni di deforestazione. Indonesia e Malesia sono i principali produttori a livello mondiale”.

La questione dell’impatto ambientale dell’olio di palma ha già determinato una serie di problemi all’interno degli Stati membri. “In Francia – indica Giansanti – la Total ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Parlamento francese, assunta a fine 2018, di escludere l’olio di palma dalla lista delle materie prime per la produzione di biocarburanti che possono beneficiarie di agevolazioni fiscali”. Secondo i vertici della Total, la decisione del Parlamento incide sulla competitività delle imprese di trasformazione ed è contraria alle regole della Ue sulla libera concorrenza.

“Mi auguro – aggiunge Giansanti – che il contenzioso con l’Indonesia possa essere risolto sul piano negoziale. Tuttavia, occorre affrontare la questione del rapporto tra commercio internazionale e nuove esigenze in materia di tutela delle risorse naturali. L’apertura dei mercati richiede un sistema di regole globali e obiettivi comuni, in modo da assicurare allo stesso tempo maggiore tutela dell’ambiente e libera concorrenza tra le imprese. In questo quadro – puntualizza il presidente di Confagricoltura – la Ue e l’Italia sono chiamate a fare scelte coerenti per puntare sulla transizione energetica, tenuto anche conto delle concessioni fatte ai paesi Mercosur per l’esportazione di etanolo sul mercato dell’Unione”.

“L’Italia deve puntare con decisione e senza rallentamenti sulle energie rinnovabili e in particolare sul biometano, per consentire all’agricoltura di realizzare tutte le potenzialità in termini di maggiore sostenibilità ambientale, anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi indicati nell’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile e nell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Vanno quindi rimossi – conclude Giansanti – tutti gli ostacoli che stanno rallentando la riconversione degli impianti già esistenti e la realizzazione di nuove strutture”.

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