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Lavoro, Giansanti alle giornate Cgil a Lecce: “Un patto per favorire l’occupazione e la competitività delle imprese”

“Crediamo da sempre nel lavoro dipendente come forma prevalente di impiego delle risorse umane nelle aziende agricole, ma occorrono adeguate politiche per favorire un’occupazione più stabile e di qualità anche nel settore primario”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, intervenuto oggi a Lecce nell’ambito delle Giornate del lavoro organizzate dalla CGIL, soffermandosi sul cambiamento che anche l’agricoltura sta attraversando: “Evolvono le figure professionali occupate nelle imprese che, accanto alle tradizionali attività di coltivazione e allevamento, si dedicano sempre più alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti, all’ospitalità turistica, ai servizi conto terzi, alla tutela del territorio, alla produzione di biocarburanti e di energia, e all’utilizzo delle moderne tecnologie digitali”.

Confagricoltura è l’organizzazione leader nella rappresentanza dei datori di lavoro del settore, con il 60% delle giornate lavorate, ovvero degli stipendi erogati in agricoltura. Gli operai agricoli in Italia sono più di 1 milione, oltre un quarto è manodopera straniera. I datori di lavoro sono 188.000, di cui 60% imprese, 35% coltivatori diretti e 4% cooperative.

Il cambiamento in atto conferma la concentrazione, sempre più marcata, dell’occupazione, con le 1.000 aziende più grandi che occupano un terzo degli operai e le prime 17.000 aziende che assorbono i due terzi della manodopera globale. “In tale contesto – ha aggiunto Giansanti – aumentano le esternalizzazioni, non soltanto per il contoterzismo, ma anche per altre fasi del processo produttivo. Inoltre si sta diffondendo la somministrazione di lavoro: tra le aziende di Confagricoltura il numero delle realtà che si sono rivolte ad agenzie per la fornitura di manodopera è cresciuto del 120%. Questo sia perché c’è difficoltà a reperire manodopera professionalizzata, sia perché ci sono regole e adempimenti burocratici sempre più rigidi e onerosi, con il timore di incorrere in un apparato sanzionatorio troppo pesante”.

Sul tema del caporalato, Confagricoltura condanna tutti i fenomeni di sfruttamento, che devono essere perseguiti aspramente anche con una migliore attività di intelligence da parte degli organi di vigilanza e mettendo completamente in atto il cosiddetto “Piano di interventi per il contrasto al caporalato”.

“Per rilanciare l’agricoltura – ha concluso Giansanti – bisogna rimuovere gli ostacoli che scoraggiano le imprese ad assumere, iniziando dall’elevata pressione fiscale e contributiva, dalla complessità degli adempimenti e dalla difficoltà ad accedere agli incentivi per l’assunzione. Sollecitiamo un patto per il lavoro con le Organizzazioni Sindacali che prenda corpo attraverso un forte impegno nell’innovazione e un piano strategico per il settore che faccia crescere e acceleri il grado di competitività delle imprese agricole”.

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