Confagricoltura Bari-Bat

Nuove limitazioni all’utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta

Le nuove limitazioni all’utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta, previste dall’articolo 26 del Ddl Bilancio 2026 a decorrere dal 1° luglio 2026, prevedono in particolare che i crediti non possano più essere utilizzati per compensare contributi previdenziali INPS e premi assicurativi INAIL, rappresentando così una misura fortemente penalizzante per il comparto agricolo.
Tali restrizioni, se confermate, colpirebbero duramente le imprese che hanno investito negli anni scorsi contando sulla possibilità di utilizzare i crediti maturati per sostenere la propria liquidità. Il rischio è quello di compromettere la sostenibilità economica di molte aziende e di vanificare gli sforzi fatti per innovare e rendere più competitiva l’agricoltura italiana, come nel caso dei crediti d’imposta Industria 4.0 e Transizione 5.0, strumenti fondamentali per sostenere investimenti tecnologici e sostenibili nel settore.

Confagricoltura Bari-Bat esprime profonda preoccupazione per gli effetti di questa norma, che non solo riduce le risorse finanziarie a disposizione delle imprese agricole, ma mina la fiducia degli operatori e scoraggia nuovi investimenti.
L’Organizzazione è già pronta a far sentire la propria voce nelle sedi istituzionali e durante le audizioni parlamentari, al fianco delle altre rappresentanze del mondo produttivo, per chiedere una revisione urgente della norma.
È indispensabile che Governo e Parlamento ascoltino le istanze del settore e intervengano per evitare che una misura così restrittiva si traduca in un grave danno per l’intera filiera agricola e, più in generale, per l’economia del Paese

1 commento

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  • Grave , anzi no gravissimo.
    Se alle aziende agricole viene impedito di compensare crediti passati Zes o 4.0 con i contributi inps degli operai, vi saranno perdita di valore e competitività con inevitabile chiusura di alcune aziende ed il serio pericolo che molte aziende per recuperare i margini persi, ritornino all’ “oscurità” previdenziale.
    Desidero far notare che se la legge passa per come scritta, chiederemo che le organizzazioni sindacali si facciano carico di un ricorso in sede costituzionale per la lesione dei diritti inviolabili (art. 2 costituzione) che non possono essere modificati in peggio e in sede civile con la lesione dei ” diritti acquisiti” con la conseguenza che successivi interventi di legge non possono produrre effetti retroattivi (tempus regit actum). Sergio Maino – Direttore Op Giuliano Srl

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