Condividere iniziative utili a sostenere il prezzo del grano duro pugliese, mutuando l’intesa già sperimentata in passato per il tema del latte. È questo il proposito con cui l’assessore regionale Donato Pentassuglia ha convocato un tavolo sulla crisi del grano duro, a cui hanno preso parte le principali e più rappresentative organizzazioni di categoria, che si è svolto lo scorso mercoledì 16 luglio a Bari nella sede dell’Assessorato all’Agricoltura.
“Attendiamo con fiducia le misure straordinarie annunciate dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Puglia. Tuttavia, un bene alimentare strategico come il grano non può essere gestito solo attraverso emergenze o subire le continue fluttuazioni di mercato che danneggiano gravemente i produttori e i lavoratori del comparto – così Filippo Schiavone, componente di Confagricoltura Puglia e della Giunta nazionale di Confagricoltura, intervenuto a rappresentare Confagricoltura Puglia, su delega del Presidente Antonello Bruno –I produttori cerealicoli si trovano ad affrontare una situazione critica: da un lato il crollo dei prezzi che rischia di vanificare il duro lavoro; dall’altro, eventi climatici estremi – come la recente siccità – che hanno avuto un impatto negativo sulla resa, nonostante l’aumento delle superfici seminate, in linea con la tendenza nazionale.
“La buona notizia – aggiunge Schiavone – è che la qualità del prodotto raccolto sembra ottima, ma questo non basta a compensare le perdite subite. È fondamentale guardare oltre l’emergenza e sviluppare strategie strutturali per garantire redditività e sostenibilità ai nostri agricoltori”. Con 344.700 ettari coltivati e una produzione di circa 688mila tonnellate la Puglia è al primo posto tra le regioni italiane per superficie investita. Secondo i dati più recenti del Centro Studi di Confagricoltura, il frumento duro è la coltura più estesa in Italia, con oltre 1,26 milioni di ettari e più di 3,9 milioni di tonnellate raccolte. “Servono politiche governative stabili, un sostegno più deciso alla filiera, meccanismi di tutela del reddito e investimenti in innovazione, irrigazione e logistica – conclude –. Solo così potremo davvero salvaguardare un settore che è parte integrante dell’identità e dell’economia della Puglia”.
La posizione di Confagricoltura Bari –Bat è di assoluto sostegno all’azione politica e istituzionale dell’assessorato, consapevoli che sul grano occorre trovare un equilibrio commerciale che soddisfi tutta la filiera e che, come è stato fatto per il latte, sempre su iniziativa di Pentassuglia e su stimolo del territorio, riesca a favorire accordi che creino sinergia tra istituzioni, agroindustria, produzione e distribuzione. E’ necessario, a nostro avviso attivarsi per far aumentare e stabilizzare il prezzo del frumento, tenendo conto dei crescenti costi di produzione. Bisogna favorire le filiere commerciali ed istituzionali per premiare la qualità e l’eccellenza delle nostre produzioni cerealicole.
Il prezzo del grano duro è infatti ormai ai livelli minimi mai registrati ( meno di 30 euro a quintale) mentre il grano della nostra terra è caratterizzato da altissimi parametri qualitativi, con l’apporto proteico che va ben oltre il livello richiesto dall’industria agroalimentare. Non da ultimo è importante considerare gli effetti del cambiamento climatico, rispetto ai quali c’è bisogno di stanziare da parte del governo nazionale ed europeo fondi dedicati alla protezione passiva ed incentivi per le coperture assicurative a favore di questa filiera produttiva, tra le più esposte alle criticità climatiche. A questo proposito, a fronte dei timori per la rimodulazione finanziaria della nuova Pac, come prevista a livello europeo, salutiamo con favore la visione sottostante il progetto “Coltiva Italia”, che mete a disposizione oltre un miliardo di risorse a supporto proprio delle fliere più in difficoltà, tra cui quella cerealicola nazionale. Confagricoltura Bari-Bat si riserva di inquadrare meglio i termini, le condizioni e le modalità di intervento previste per allocare le risorse di Coltiva Italia a favore dei produttori agricoli del proprio territorio di competenza.




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