La Legge di Bilancio scorsa ha reso stabile la possibilità per persone fisiche, società semplici ed enti non commerciali di rivalutare il valore di quote e terreni pagando un’imposta sostitutiva del 18%. Questa misura, in vigore dal 2002, per decenni prorogata, permette di aggiornare il valore dei beni per ridurre le tasse sulle eventuali vendite future.
Per effettuare la rivalutazione serve una perizia di stima redatta da professionisti qualificati.
L’imposta può essere pagata in tre rate annuali, con interessi sulle rate successive alla prima. La scadenza per completare entrambe le operazioni (perizia e versamento dell’imposta) è il 30 novembre 2025; quest’anno, essendo domenica, il termine è spostato al 1° dicembre.
Effettuare la rivalutazione dei beni comporta che, al momento della vendita, la plusvalenza risulterà più bassa o azzerata, poiché calcolata sul valore aggiornato. La scelta è definitiva: una volta effettuata, non si può annullare.
I dati della rivalutazione devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui viene effettuata; la mancata indicazione comporta solo una sanzione formale, senza pregiudicare i benefici fiscali.




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