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Il maltempo mette in crisi l’agricoltura anche in Puglia: Confagricoltura verifica i danni

Un’estate imprevedibile, a due facce: caldo afoso e repentini rovesci, spesso accompagnati da raffiche di vento e grandine che hanno colpito il territorio nazionale e l’agricoltura con danni diretti alle infrastrutture ed alle colture; ad essi poi sono seguiti gli attacchi dei patogeni, determinati da abbondante acqua e umidità, agli impianti delle coltivazioni, come nel caso dei vigneti e dei frutteti. Lo sottolinea Confagricoltura che, con i suoi tecnici, sta verificando le conseguenze nelle aziende associate dell’ondata di maltempo che ancora persiste (foto di copertin pugliareporter).

“I danni al settore primario – osserva Confagricoltura – sono consistenti perché piogge, grandine e trombe d’aria, hanno colpito seriamente, e in alcuni casi irrimediabilmente, colture in campo, prossime alla raccolta come nel caso dell’uva (da tavola e da vino) e della frutta. L’allarme meteo – prosegue Confagricoltura – è proseguito pure nel primo fine settimana di settembre ed ha interessato diverse regioni”.

A fine agosto, a Rodi Garganico, in Puglia, sono caduti in circa 2 ore 159 millimetri di pioggia, di cui la metà in circa 20 minuti. Piogge torrenziali e forti raffiche di vento accompagnate da grandine con chicchi di grosse dimensioni hanno coinvolto un’area molto ampia con forti danni agli olivi (le olive sono state spazzate via dagli alberi), agli agrumi, già duramente danneggiati dalle gelate di febbraio e marzo scorsi, al pomodoro, in cui si è riscontrato  un abbassamento della produzione media, all’uva da tavola con la perdita del 30% della produzione, ed agli ortaggi in pieno campo. Sempre nel foggiano è stato colpito duramente il distretto del pomodoro, con il crollo della raccolta e difficoltà quindi a rispettare gli impegni contrattuali con l’industria di trasformazione.

Situazione difficile per diversi giorni, in agosto, anche nelle altre province pugliesi con danni rilevanti all’uva da tavola e da vino ed agli uliveti. Ad avere la peggio nel leccese è stata la vite, nel periodo più delicato di formazione dei grappoli e nella zona più significativa per il comparto in questo momento, e dunque Leverano, Guagnano, Copertino, la zona del Doc e del Salice. Danneggiate le uve a bacca rossa, Negramaro e Primitivo. Nel tarantino in alcune zone si sono avuti perdite della produzione olivicola per almeno il 50%.

 

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